E’ il giorno della verità. Allenato direi proprio di si, eccolo arriva il giorno del Passatore, oltre tremila podisti pronti a dar vita ad una nuova impresa, correre 100km attraverso la vallata che porta a Borgo San Lorenzo e poi Il Passo della Colla, “famigerato”, via giù verso Marradi e poi i lunghi rettilini di Brisighella fino a scorgere pian piano le luci della città Faenza una metà, come giunge un credente alla fine del pellegrinaggio, così tutti i partecipanti della 100km hanno il cuore pieno di gioia, le sensazioni che si succedono sono incredibili, passando dal pianto all’urlo liberatorio una felicità senza paragoni. C’è l’ho fatta, lo dici più che altro a te stesso, e ringrazi la tua macchina umana… grazie grazie grazie.
Sono alcune delle emozioni che questa fantastica gara, regala a chi ci prova, cosi in p.zza della Signoria parte l’inno di Mameli da qui in poi è tutto un susseguirsi di emozioni. Una carica impressionante che devi controllare sin dai primi chilometri, prestando attenzione ai segnali che mi arrivano dalle gambe e dal cuore, procedi velocemente parlando con altri podisti che ti trovi di volta in volta accanto, i chilometri iniziali passano velocemente, è molto caldo ecco il ristoro dell’Olmo qualcuno passa è si lamenta perche sta troppo bene, qualcuno rallenta sapendo che la strada che porta a Faenza è lunga.
Nella vallata che porta a Borgo San Lorenzo è un susseguirsi di consigli, il più gettonato era quello di risparmiarsi quanto più possibile nelle salite, quindi, sulla Colla camminare, cominciamo l’ascesa, finalmente scolliniamo e ci prepariamo alla magica notte del Passatore. Luce in testa, giubotto, e via verso Marradi, si Marradi, al km 65 per molti la famosa, poi perchè cosi famosa? Perché psicologicamente è dura pensare che ti manca ancora quasi una Maratona da percorrere e la stanchezza alle gambe si fa sentire. E poi perché le statistiche dicono che qui si ritira quasi un quarto dei partecipanti. Ma senza pensarci, continuo a correre, è notte piena quando e finalmente arrivo al ristoro del km 70: posso mandare il messaggio “km 70”, è fatta! Dire che corro è quasi un eufemismo ma mi sforzo di farlo, per lo più cammino, i dolori e il senso di spossatezza aumenta ma corro si corro e cammino poi alzo gli occhi e scorgo il cartello Brisighella km 90 Mamma Mia, penso di aver finito tre o quattro rosari e forse comincio a pensare di non essere ormai troppo lucido….. corro….corro verso le luci,….. tutto si trasforma improvvisamente alla vista del km97 i pensieri volano al traguardo comincio a sistemare il pettorale non vorrai mica venir male nella foto al traguardo, km 98 corro e corro il garmin dice che vado a 6.30 a km conto ogni passo che mi separa dal traguardo e, soprattutto comincio a sentire le voci delle persone al traguardo, ormai è mattina ma io c’è lho fatta, Taglio il traguardo, qualche attimo per riprendermi, mi siedo e scrivo l’ultimo messaggio, ” km 100, ce l’ho fatta!”. Non mi ha risposto nessuno perché erano tutti a dormire ma solo in quel momento ho realizzato di avercela fatta, quel momento era solo mio ed ho provato una soddisfazione immensa ed irripetibile. E’ strano, eppure mi viene sempre da sorridere.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile se, alcuni angeli vestiti da ciclisti non ci avessero supportato, e sopportato in tutto e per tutto, coccolandoci e incitandoci per tutti i 100km il mio grazie non sarà mai abbastanza GRAZIE per tutto quello che avete fatto.
Torno a casa con le gambe a pezzi, distrutto fisicamente, più che camminare direi barcollo, ma….con la medaglia al collo, (non la toglierò per 2 giorni), i dolori passeranno e sara di nuovo Passatore…… ma ora voglio dormire per 2 giorni.
Il grande esploratore norvegese Thor Heyerdahl ha detto:
“Di confini non ne ho mai visto uno. Ma ho sentito che esistono nella mente delle persone”

Di fabio

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